martedì 24 novembre 2009

2009: anno importante per la divulgazione Astronautica in Italia

Scrivo questo articolo perché mi è parso di notare che, durante questo anno, vi sono state un maggior numero di manifestazioni divulgative pubbliche a tema astronautico. Solo per ricordarne alcune: il SatExpo di Roma con l'esposizione di una tuta spaziale del nostro astronauta Vittori, la mostra Back to the Moon di Rovereto con ospite eccezionale l'astronauta Charlie Duke che camminò sulla Luna durante Apollo 16, l'Astrofest di Erba dove era possibile incontrare appassionati del tema, seguire conferenze econoscere il lavoro degli astrofili, la mostra itinerante Luna 1969 ed ultima, in ordine di tempo, l'Astronauticon 4 dove era ospite nientemeno che l'astronauta della NASA Mike Finke, già Comandante della Stazione Spaziale Internazionale. Certamente questa crescita di interesse per l'astronautica durante questo anno è stata senza dubbio spinta con decisione dalla ricorrenza del 40esimo anniversario dello sbarco sulla Luna di Apollo 11. Infatti anche sui media non si è mai parlato così tanto (a volte anche a sproposito) del tema. Sono comunque convinto che, con lo sforzo di tanti appassionati e l'aiuto delle istituzioni, l'astronautica possa fare, anche in Italia, quel salto di qualità come popolarità fra il pubblico che gode già in altri paesi, anche europei.
Non posso che fare quindi un augurio che questi gruppi di volenterosi possano crescere sempre di più cercando di evitare il rischio di essere troppo autoreferenziali... questo è l'unico pericolo.

martedì 17 novembre 2009

La corsa alla Luna ha bloccato per sempre l'astronautica?

Ieri è partita la navetta spaziale Atlantis per la missione STS-129. Vedendola salire nel cielo della Florida non ho potuto non pensare che, fra soltanto cinque missioni tutto questo non ci sarà più... Dopo quasi trenta anni di onorato servizio lo space shuttle, il primo spazioplano, finisce in soffitta e la NASA lo sostituirà con (forse) una capsula stile Apollo... l'Orion.
Leggendo l'ottimo libro di Stefano Cavina "Cosmonauti" non potevo non notare come alla fine degli anni '50 gli USA iniziavano ad arrivare nello spazio (oltre i 100 km) con l'aerorazzo X-15 ma che poi tutto venne di colpo cancellato dallo Sputnik, da Gagarin e dall'inizio della corsa alla Luna. Gli USA non potevano perdere la supremazia contro l'URSS ed ecco che il Presidente Kennedy (al quale di spazio interessava veramente poco se non fosse servito per i suoi scopi propagandistici) indica la Luna come obiettivo entro il decennio '60. A quel punto tutti gli sforzi si concentrano nell'unico mezzo rapido per raggiungere l'obiettivo, il missile. Tutta la ricerca e le conquiste acquisite con l'X-15 vanno nel dimenticatoio (solo per essere recuperate da un privato, Burt Rutan, che nel 2004 riuscirà a fare il primo volo privato suborbitale con la sua Space Ship One). Eccomi quindi alla domanda del titolo... e se la corsa alla Luna (obiettivo fantastico ed al limite delle capacità dell'epoca) fosse stato il "masso" che ha bloccato la nascita della "vera" astronautica fino ad ora ed anche per parecchi anni a venire? Certo, può sembrare una provocazione ma, pensateci bene, se non vi fosse stata la corsa alla Luna forse la NASA avrebbe proseguito lo sviluppo di aerorazzi sempre più perfomanti fino a raggiungere l'orbita terrestre... quanto poteva costare un lancio da un aereo in volo in confronto alla complicazione di un lancio di un razzo da una rampa di lancio verticale... anche per lo shuttle (che non è un vero e proprio aerorazzo ma una via di mezzo) ci vuole circa 4 mesi di preparazione per un volo. Con un sistema di spazioplani aviolanciati (e che magari in seguito avrebbero anche potuto decollare da soli) la conquista dello spazio sarebbe stata, si, più lenta, ma avrebbe poggiato su solide basi che avrebbero impedito di essere, di continuo, messa in discussione per gli altissimi costi. Forse oggi avremmo davvero avuto tutto quello immaginato dallo scrittore Arthur C. Clarke nel suo romanzo 2001...

mercoledì 4 novembre 2009

Anche Lucarelli si cimenta con il Moon Hoax...

Carlo Lucarelli, affermato scrittore di gialli e indagatore della nostra Storia d'Italia e dei suoi (troppi e tragici) misteri si è voluto cimentare con la cospirazione dei falsi allunaggi... Si tratta di un podcast andato in onda su DeeJay e durante il quale Lucarelli ripercorre tutte le solite stupidaggini di chi crede che le missioni Apollo siano tutti una balla. Il suo approccio è quello del "non ci credo ma lo racconto lo stesso" e, a parte una svista quando cita "Cape Cod" come base di lancio testimone della tragedia di Apollo 1, la sua preparazione è passabile. Unico neo (però bello grosso!) è il non rivelare una sua posizione sull'argomento ma anzi continuare ad insinuare che questa ipotesi, in fondo, potrebbe anche essere plausibile. Mi dispiace veramente che Lucarelli, che stimo e del quale ho quasi tutti i suoi libri e che ho sempre apprezzato moltissimo per le sue inchieste coraggiose si sia voluto cimentare in un'argomento che sembra non conoscere molto bene e che per il quale, in questi tempi fra Giacobbi e Ruggerri, sarebbe bene trattare con un poco più di rispetto e serietà, se non altro per chi ha perso la vita in quella fantastica impresa e le migliaia di persone che si sono impegnate per raggiungerla.
Nella foto (Credit: La Repubblica) il link apparso sul sito web del quotidiano e che rimanda al podcast di Carlo Lucarelli su DeeJay.